VIAGGIARE IN TRENO IN INDIA – seconda parte.
CUCCETTE PER SIGNORA
Cuccette per signora è il titolo di un libro che
ho letto qualche anno fa. L'autrice è Anita Nair.
Prendo in prestito questo titolo per
tornare a raccontare l'esperienza dei miei viaggi in treno.
Ero nello stato del Maharastra quando decisi di
prenotare un posto a sedere nella carrozza esclusiva per le donne. In quel momento ero in compagnia di un’occasionale
compagna di viaggio australiana.
Ormai ero avvezza agli spostamenti di qualunque
tipo, viaggiavo da mesi, integrata nell’ambiente.
Avevo capito che si poteva bere l’acqua erogata
alle numerose fontanelle ubicate nelle stazioni ferroviarie, senza timore di
prendersi una dissenteria.
Prima della partenza del treno riempivo sempre
la mia borraccia e, come tutti gli altri viaggiatori, nel caso di un lungo
tragitto, mi precipitavo giù dal treno durante le soste alle stazioni
ferroviarie, nel caso la borraccia si fosse prosciugata.
Quel giorno mi recavo a Bombay (oggi Mumbay).
La carrozza “ladies berths” era festosamente
stracarica di occupanti.
In quel caso, per un percorso diurno, i sedili
erano di legno; le donne indiane che occupavano la carrozza sembravano
appartenere a una classe sociale modesta.
Ci accolsero con gioia, erano entusiaste di poter avere tra di loro due
donne venute da lontano a visitare la loro terra.
Fecero spazio sui sedili spedendo i loro
figlioletti sulla “upper berth” la cuccetta più alta che rimane aperta durante
il giorno e che permette di raddoppiare i posti a sedere.
Apprezzarono il nostro abbigliamento, felici di
constatare che ci piacessero i loro vestiti, ci chiesero da dove venissimo e se
avessimo figli.
Volevano sapere se a Bombay c’era un marito ad
aspettarci … e come mai io, alla veneranda età di 35 anni non fossi ancora
convolata a giuste nozze, dispiaciute per me perché ormai, secondo il metro delle
loro tradizioni, ero vecchia e nessuno mi avrebbe più voluta come moglie…
Con generosità ci offrirono dei salatini
piccanti che avevano preparato in casa, noi ricambiammo con tazze di tè quando
arrivò il solito venditore ambulante, felice di fare grossi affari in quella
carrozza.
A un certo punto, l’amica australiana ed io cominciammo
ad avvertire serie pizzicate sulle cosce, iniziammo a grattarci e a chiederci “ma
che succede?” “zanzare?”. Le nostre
vicine con un ampio sorriso ci fanno capire che anche loro stanno subendo gli
stessi attacchi, niente paura, non sono zanzare, sono cimici del legno!!!
Inconvenienti di viaggio, e, intanto, da sopra, un bimbetto innocente e birichino ci sottopone a una piccola doccia di pipì: non
è riuscito a informare sua madre per tempo.
La mamma sorride, si scusa, lo prende al volo e
si lancia a gran velocità verso la latrina.
Troppo tardi, ormai.
Cuccette per signora!!!