venerdì 19 dicembre 2014

VIAGGIARE IN TRENO – PRIMA PARTE

Durante il periodo di peregrinazioni in lungo e in largo attraverso il continente indiano, preferivo spostarmi in treno.
Le ferrovie erano certamente più sicure delle strade, i treni più puntuali di quelli italiani soprattutto se pensiamo a spostamenti di 800 o 900 km, in una terra dove, almeno all’inizio degli anni ‘90, le vie ferroviarie si avvalevano di una tecnologia poco avanzata, i ritardi, paragonati a quelli delle nostre FS erano minimi.
Mi ricordo che per il viaggio più lungo che ho fatto, New Delhi-Bangalore, se non sbaglio, 36 ore, ci fu soltanto un’ora di ritardo.
Il territorio indiano è tanto vasto quanto complesso, eppure il traffico ferroviario era ed è molto capillare, le ferrovie arrivano dappertutto.
In particolare adoravo le piccole stazioni ferroviarie, tranquille e pulite. Lì si poteva sperare di poter acquistare qualche spuntino fresco, appena fritto, dai pochi venditori che, con orgoglio, mantenevano con grande decoro il loro carrettino dove facevano bella mostra di sé i semplici utensili e barattoli di spezie oltre all'immancabile padella annerita dalla fiamma del fornellino a kerosene. 
A volte si poteva avere un caffè al latte simile al nostro amato cappuccino preparato con caffè solubile e latte riscaldato con il vapore di una piccola macchina da bar simile a quelle italiane degli anni '60 !

Un viaggio in treno è una grande opportunità, per qualunque turista, di conoscere da vicino la vita e le opinioni degli abitanti di questa terra così imprevedibile e sorprendente.

Agli indiani piace molto conversare con persone che vengono da altri paesi e cercano sempre di instaurare un rapporto con i turisti, sono curiosi di conoscere da vicino chi viene da lontano e, spesso, amano raccontare di sé, della propria vita, la famiglia, religione, filosofia e tradizioni .
Ho assaggiato, di frequente, prelibati bocconi di cibo preparato in casa che con generosità e persino orgoglio mi venivano offerti.
In base alla mia esperienza ho visto sempre dei larghi sorrisi e occhi brillanti quando accettavo e apprezzavo quello che una mamma, una sorella o una moglie, aveva, con tanto amore cucinato, a volte alzandosi prima dell’alba, perché un po’ di sapore familiare potesse accompagnare chi era costretto ad intraprendere un viaggio.
Mi ricordo di una volta in cui nel mio vagone si trovava un nutrito gruppo familiare che tornava da una festa di matrimonio.

La mamma, scoccata l’ora di pranzo, si affrettò a estrarre dalle gonfie borse, enormi scatole che contenevano le più svariate prelibatezze che erano state distribuite al banchetto di nozze. 

Per fortuna che, al contrario di tanti turisti viaggiatori, io adoravo e adoro la cucina indiana e, con piacere, accettavo di tutto, ben felice di non dovermi accontentare di frutta e “namkin” (salatini speziati) che potevo acquistare dai venditori ambulanti che affollavano le stazioni ferroviarie pronti a saltare sul treno ad ogni fermata.

Per i viaggi che prevedevano un pernottamento avevo imparato a prenotare la cuccetta più in alto che mi garantiva privacy e mi permetteva di restarmene sdraiata a leggere anche durante il giorno, inoltre mi assicuravo, in questo modo, la vicinanza ai piccoli ventilatori che incessantemente cercavano di muovere l’aria dell’afa diurna.

L’unico cruccio, per me, era costituito dalla necessità di usare il gabinetto (per fortuna “alla turca”) ma, come si sa, in caso di tanti viaggiatori e tante ore di percorso, a un certo punto, lo frequentavo non senza trattenere il respiro: ecco a cosa erano serviti tanti esercizi di pranayama, pensavo tra me e me!!!


Ci ho persino passato un 31 dicembre in treno,da Bombay (oggi Mumbay) a Madras (oggi Chennay): a mezzanotte, con un'amica italiana che era venuta a trovarmi, ho brindato con una ThumsUp (una specie di coca cola made in India) e mangiato croccanti salatini di lenticchie, per la tradizione, cosparse di abbondante "masala".


martedì 16 dicembre 2014

AYURVEDA E YOGA: IL RESPIRO DI FUOCO

Il Respiro di Fuoco

Questo respiro è una tecnica di Pranayama caratteristica del Kundalini Yoga. La parola pranayama significa controllo del respiro nella lingua sanscrita.

Il respiro di fuoco non soltanto incrementa la capacità polmonare (consentendo quindi una respirazione lenta e profonda nella quotidianità) ma:

1.  rafforza il sistema nervoso
2.  purifica il sangue
3.  incrementa la vitalità

Questo pranayama consiste semplicemente nel respirare in maniera rapida e potente attraverso il naso, è importante praticare alla presenza di un insegnante fino a che non si padroneggia la tecnica.

"Sedersi con la schiena eretta, chiudere la bocca e respirare rapidamente attraverso il naso. L'inspirazione e l'espirazione devono essere di pari lunghezza.
La cassa toracica deve rimanere ferma mentre quello che è in continuo e sincronizzato movimento con il respiro è l'ombelico, praticare per 1-3 minuti, non oltre".

Infatti durante l'inspirazione l'ombelico e i muscoli addominali sono rilassati, mentre nell'espirazione occorre tirarli verso la spina dorsale (in sostanza si deve tirare in dentro la pancia).

Non ci sono pause tra l'inspirazione e l'espirazione.

E' bene esercitarsi in modo graduale; all'inizio vanno bene anche 30 secondi alla volta ad un ritmo relativamente blando, poi si può tranquillamente arrivare ai 3-11 minuti con 120-180 respiri completi al minuto.

Se fatto correttamente, il Respiro di Fuoco è un tipo di respirazione "tranquilla", dove non c'è nessuna tensione muscolare; le spalle devono rimanere morbide, i muscoli del viso rilassati.
Non si tratta di fare "iperventilazione" respirando in modo profondo e erratico ma di respirare in modo cosciente e controllato.

Sebbene il Respiro di Fuoco possa apparire come una sequenza continua di molte inspirazioni ed espirazioni, esso è considerato come un unico lungo respiro dal momento in cui si comincia a praticarlo fino al termine della sessione.

Ecco perché è assai efficace per calmare la mente; più lungo è il respiro, più la mente si calma.

Quando pratichi il Respiro di Fuoco anche per un solo minuto è come se avessi fatto un solo respiro in tutto quel minuto. 
Fare meno di otto respiri al minuto stimola la secrezione della ghiandola pituitaria e di conseguenza aumenta la nostra capacità di intuizione.

Il Respiro di Fuoco è una tecnica respiratoria di purificazione:  le prime volte che si pratica si possono avvertire alcuni effetti fisici collaterali.

Specialmente se nel sangue abbiamo molte tossine, potremmo sentirci storditi o avere delle vertigini; ma non dobbiamo preoccuparci.
E' bene eseguire un breve rilassamento rimanendo seduti, con gli occhi chiusi e un ritmo normale di respirazione.
Questo permetterà ai veleni di risalire in superficie per poi essere eliminati. 


AVVERTENZE: Poiché il Respiro di Fuoco incrementa la circolazione sanguigna è opportuno che non venga praticato dalle donne nel periodo delle mestruazioni, dalle donne in gravidanza o da persone affette da pressione sanguigna alta.


Il Respiro di Fuoco è una tecnica molto utilizzata nel Kundalini Yoga.

domenica 14 dicembre 2014

La Curcuma:

In India è conosciuta ed utilizzata da almeno 5.000 anni, come medicina, spezia e anche colorante.
Finalmente se ne parla anche in Italia di questa potente spezia che è componente essenziale di ogni piatto della cucina indiana. Durante questo ultimo anno ho ricevuto molte telefonate da amici e allievi di yoga che mi dicevano "ho comprato la curcuma, dicono che fa bene ma ... come si usa?".

Nella scatola delle spezie di ogni famiglia indiana, la curcuma non può mancare. Poiché è una radice, va consumata cotta. Disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato è antinfiammatoria.
E’ un potente, indelebile colorante pertanto, attenzione a non macchiarsi quando la si usa. Se voglio tingere un tessuto di colore giallo, io uso la curcuma, e il risultato è perfetto.

Ogni qualvolta cucinate verdure, legumi, oppure se preparate la salsa di pomodoro per condire la pasta, aggiungete pure la curcuma, ne basta poca, un cucchiaino da caffè è sufficiente per due persone.
Si può aggiungere all’acqua di cottura per la pasta o per il riso, questo, per chi decide di farne uso quotidiano.

Non fatela invecchiare sullo scaffale di cucina ...
In India si applica su qualunque puntura di insetto, su ferite ecc. poiché nei villaggi si conta di più sui rimedi naturali che di industria farmaceutica.

Ricordo mia cognata, nella cucina della casa del villaggio, schiacciare con pazienza, con una pietra, la radice fresca diluendola con qualche goccia di acqua, ne faceva una pasta da aggiungere alla cottura di verdure o lenticchie che ci avrebbe servito per il pranzo.
Attenta la osservavo e apprezzavo la grande maestrìa con cui usava quella pietra dai bordi arrotondati per l'uso che se ne faceva.

Il sapore della curcuma preparata in quel modo antico è impareggiabile!
Sono stati fatti molti studi sulle proprietà della curcuma e anche la “scienza” oggi dice che rallenta l’invecchiamento del nostro patrimonio cellulare.


mercoledì 3 dicembre 2014

Terracotta indiana. Seconda parte: il bicchiere del lassì

LASSI': golosa bevanda rinfrescante preparata con yogurt frullato.

Nella tradizione il lassì è fatto di yogurt con la sola aggiunta di un pizzico di sale e polvere di cumino oppure, per la versione dolce, una cucchiaiata di zucchero, senza ghiaccio e senza acqua.
Varianti e ricette raffinate, con aggiunta di mango, banana, oppure qualche scaglia di mandorla o pistilli di zafferano e polvere di cardamomo, al gusto di rosa con qualche goccia di una bevanda "rooafza" ottenuta dalla rosa, si possono gustare nei ristoranti o nelle preparazioni casalinghe.



Io ho sempre scelto la versione "salty" più rinfrescante e digeribile, grazie al cumino.

Questa bevanda si prepara in casa ma, si può acquistare in negozi specializzati nella sua preparazione, oppure dai semplici venditori ambulanti. Questi ultimi, favoriti dalla modalità di vendita, si accertano sempre, quando si è finito di bere, che i clienti siano soddisfatti e che abbiano apprezzato il loro prodotto.
L'incasso è importante e la riuscita degli affari dipende dalla soddisfazione del cliente che, quando si tratta di yogurt, in India, è sempre esigente e bada molto alla cremosità e al gusto del prodotto finale.

L'attività permette di fare affari d'oro, i gestori sono  certi che, prima di sera, tutto lo yogurt sarà esaurito, specialmente nelle calde giornate estive.

"Lassì wala" è la denominazione di questi semplici luoghi dove grandi contenitori panciuti di terracotta, coperti da garza di cotone per tenere lontane le mosche, mantengono al fresco, per molte ore, lo yogurt, componente base della bevanda.

La preparazione è espressa: i clienti attendono in fila fuori dal negozio, il quantitativo necessario di yogurt viene versato con maestrìa, in una ciotola di terracotta, oppure di acciaio, si aggiungono gli altri ingredienti e ... via, parte il frullino di legno.
La bevanda migliore è quella ottenuta dal frullino azionato da mano umana e mai da quello elettrico.

La bevanda, dai "lassì wala", è prontamente servita, accompagnata da larghi sorrisi, in un bicchiere di terracotta "usa e getta".

I clienti consumano in piedi sul marciapiedi e lanciano i bicchieri usati all'interno di grossi bidoni accanto ai quali sostano pazienti le mucche, pronte, con le loro lingue golose a leccare quanto rimasto sulle pareti e in fondo al bicchiere.

Dal "consumatore" tutto torna al "produttore", lo yogurt alla mucca, il bicchiere alla terra quando, a fine giornata, i grandi bidoni verranno vuotati nelle discariche alle periferie delle città.

martedì 2 dicembre 2014

Kundalini yoga: un Kriya

PER ATTIVARE IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE E STIMOLARE LA GHIANDOLA PITUITARIA

1.        Siedi in posizione facile, gomiti piegati e porta le mani un po’ più su del livello delle spalle.
 L’indice (dito di Giove) di ciascuna mano, è puntato diritto verso l’alto e le altre tre dita sono     ripiegate come in un pugno e il pollice poggia su di esse bloccandole in questa posizione. Gli indici sono duri e in tensione come fossero di acciaio. Arriccia il naso cosicchè il labbro superiore è sollevato dai denti. Inizia un respiro pesante dal naso, non velove come il respiro di fuoco, ma deve essere potente.
Concentrarsi sul respiro attraverso le narici mentre si mantiene il naso arricciato attiverà l’energia dei canali Ida e Pingala. Praticare per 4 minuti .

2.        Mantieni la posizione seduta. Ora porta le mani con le dita ripiegate come artigli di leone, le palme delle mani guardano verso l’esterno di fronte e si trovano sempre all’altezza spalle. Cominciare a spingere le mani in avanti allungando un poco le braccia come per dare dei colpi. Formare una O con la bocca e respirare attraverso le labbra. Usa questo movimento per rilasciare la rabbia interiore. Sii fisicamente, mentalmente e spiritualmente aggressivo. Dopo “ min e ½ intensifica il movimento come se fossi realmente un leone che sferra un attacco feroce. Continua ancora 1 min e 1/2.
 Inspira e trattieni il respiro, irrigidisci il corpo completamente ed espira. Ripeti ancora due volte e  rilascia, abbassa le braccia. Questo esercizio allontana la depressione.

3.        Mantieni la posizione seduta. Estrofletti la lingua e quando raggiungi il massimo dell’estensione batti le mani di fronte al torace. Riporta la lingua dentro. Continua il movimento per 3 minuti. Questo movimento della lingua stimola il sistema nervoso centrale. Termina inspirando, estrofletti la lingua al massimo, trattini il respiro per 10 secondi, espira. Ripeti altre due volte.

4.       Porta le mani al centro della fronte con le otto dita che toccano il centor della fronte, i gomiti sono sollevati in alto al livello della fronte. Chiudi gli occhi, mantieniti calmo e ascolta il mantra Wahe Guru. 18 minuti. Termina inspira e concentra sul punto tra le sopracciglia alla radice del naso, porta lì tutta la tua energia, espira, ripeti ancora due volte.


Rilassa, non bere bevande eccitanti o alcol dopo questo esercizio. Preserva l’energia che hai creato. 

Nota bene: Le informazioni qui contenute non intendono in alcun modo sostituire parere medico